L’ oggetto predominante della presente progettazione è il ponte, ma lo sviluppo concettuale del singolo oggetto architettonico non può prescindere dall’analisi preliminare della stratificazione ambientale, ossia del contesto circostante dove sono presenti elementi tra loro coesi. L’ idea progettuale si fonda su un approccio orientato ad individuare una soluzione che sia in grado di creare un’integrazione tra esistente e nuovo, per questo le scelte progettuali sono rivolte al recupero della memoria storica senza rinunciare però a promuovere una architettura in grado di evocare uno scenario proiettato al futuro. Il nuovo ponte che dialoga con le tracce della storia, coglie l’eredità del passato e trae spunti per la costruzione del futuro. E’ così che il ponte assume la connotazione di un CROMOSOMA che “porta su di sé l’informazione genetica, i caratteri ereditari” di quella struttura, che un tempo, era testimonianza di un luogo. Il progetto nasce dalla voglia di realizzare una struttura in completa sintonia con la storia del luogo e allo stesso tempo che comunichi attraverso una “forma” che si identifica con l’immagine del cromosoma. La storia, le tracce, le “orme” e i passi che le vicissitudini umane e il trascorrere del tempo hanno sepolto, si materializzano dando vita ad una nuova costruzione, a nuovi “confini” nascosti, pronti a riemergere in uno spazio diaframmatico attualmente fisicamente vuoto. E’ così che Il ponte torna a “ri-nascere”, portando alla luce una nuovo struttura nata dal connubio del Manetti con l’età moderna. Detta struttura, concepita come fusione tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione, trova la sua essenza nell’evoluzione dell’essere umano, nel suo DNA. La struttura fondamentale di un cromosoma è soggetta a mutazione, che nel nostro caso ha avuto luogo col tempo.
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